La Terapia Sistemico-Relazionale è uno degli approcci con più tradizione nel panorama psicologico Italiano ed internazionale e, nonostante abbia iniziato a diffondersi negli anni ’50 approfondendo il concetto di Sistema proposto dalla teoria cibernetica, ha saputo sottoporsi a numerosi aggiornamenti che ne fanno tutt’oggi un metodo di alta efficacia.
Il presupposto fondamentale della Psicoterapia Sistemico-Relazionale risiede nella considerazione della famiglia come un Sistema dinamico ed autoregolatorio, all’interno del quale ciascun membro coopera al mantenimento dell’equilibrio; in quest’ottica, particolare rilievo assume la presenza del sintomo in uno o più dei membri appartenenti al nucleo familiare, dal momento che esso viene considerato la conseguenza di un gioco relazionale del quale i partecipanti non hanno consapevolezza e che genera un blocco evolutivo. Il sintomo, sia esso depressione, panico oppure ancora comportamenti devianti o ritualistici, viene profondamente rispettato dal terapeuta, che favorisce una ridefinizione dello stesso, invitando il paziente a considerare il particolare significato che potrebbe ricoprire all’interno del Sistema Familiare, proponendone una lettura in termini di raggiungimento della propria identità.
A questo proposito, in uno dei suoi più recenti e felici aggiornamenti, la terapia Sistemico-Relazionale ha proposto l’integrazione di un Modello Sistemico Familiare Trigenerazionale, portando avanti l’ipotesi che il ciclo vitale di una famiglia sia riconducibile a tre dimensioni distinte ma profondamente interconnesse tra loro: famiglia d’origine, coppia e figli. Tale modello propone come in qualsiasi momento della nostra vita, e qualsiasi sia la fase evolutiva che stiamo attraversando, noi siamo sempre invisibilmente influenzati da modelli relazionali e familiari appresi, eredità delle generazioni precedenti alla nostra e sviluppati per far fronte ai diversi passaggi evolutivi. Dunque, ciascuno di noi nasce all’interno di un nucleo i cui principi fondamentali sono definiti dalle generazioni che ci hanno preceduto, ma è allo stesso tempo mosso da spinte ad una definizione autonoma dei propri confini che va a configurare un conflitto tra due moti opposti: quello di affiliazione e quello di differenziazione.
Scopo quindi di paziente (coppia, famiglia o singolo individuo) e terapeuta è quello di comprendere in che modo i desideri di realizzazione personale vanno inevitabilmente ad alterare gli equilibri del sistema familiare di provenienza e come quest’ultimo prema incessantemente per ripristinare l’equilibrio, e restituire significato al sintomo, portando “l’oggi” a riconoscere “lo ieri” senza smettere di guardare al “domani”.