Il costo dello Psicologo è sicuramente uno degli interrogativi che non soltanto si pone ogni potenziale paziente ma, tra i dubbi, è quello che più di tutti è in grado di rimandare la decisione di intraprendere un percorso di sostegno, ma anche psicoterapeutico (vedi differenze Psicologo e Psicoterapeuta).
Ma quanto costa davvero andare da uno Psicologo? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Innanzitutto, come per qualsiasi altra dimensione della sanità, è necessario decidere se rivolgersi ad un professionista del settore pubblico oppure un professionista privato. Nel primo caso i costi sono decisamente abbordabili e più che sostenibili, dal momento che la terapia, o il sostegno psicologico, sono “pagati” dallo Stato, che chiede all’utente di pagare un semplice ticket del costo variabile di 30/50 euro per un pacchetto di incontri, solitamente 10. Nel secondo caso invece, qualora scegliessimo un professionista operante nel settore privato, i costi sono decisamente più alti, andando da un minimo di 30 euro ad incontro ad un massimo, in caso di nomi altisonanti, anche di 100/150 euro ad incontro.
Già da queste informazioni, è facile comprendere come il dubbio non sembra neanche abbia ragione di esistere, sul piano dei costi non c’è confronto.
Ma sono doverose alcune precisazioni.
Purtroppo, gli svantaggi del settore pubblico sono legati prevalentemente ai tempi di attesa, con liste che arrivano anche a diversi mesi e la necessità, per gli psicologi, di fare una sorta di “graduatoria” tra i pazienti per dare la precedenza a chi porta problemi più urgenti. In pratica, una gara a chi soffre di più. Questo comporta un modello di tipo ospedaliero, per il quale se si va al pronto soccorso in codice bianco si rischia di dover attendere, comprensibilmente, la vista dei tanti eventuali codici rossi che arriveranno, e che rimanderanno il nostro bisogno di cure.
Con lo Psicologo privato, invece, questi problemi non sussistono, perché è in grado di proporvi un appuntamento sin dal primo contatto telefonico. La dimensione dei costi, a questo riguardo, è molto variabile. Tipicamente lo psicologo, in occasione del primo colloquio, propone un tariffario al paziente, ed insieme valutano la sostenibilità dei costi. Questo ovviamente non significa che sia vita ad una contrattazione stile bazar, ma che lo Psicologo, comprendendo eventuali difficoltà nel sostenere i costi di un incontro settimanale, può a sua discrezione, scegliere di applicare la tariffa più bassa (30 euro) oppure di proporre al paziente una modalità di pagamento che lo faccia sentire più comodo; ad esempio, la possibilità di un pagamento non contestuale alla seduta, ovvero ogni 2 incontri, ogni 4 oppure ancora ogni 10, in modo tale che il paziente abbia la certezza di avere la disponibilità economica e non renda l’aspetto dei costi più centrale della cura di sé.
L’obiettivo, tanto del paziente quanto dello Psicologo, è che lo spazio di cura sia accessibile e soprattutto sostenibile, per entrambi.