“Cosa dico allo Psicologo?” è una delle domande più frequenti che i pazienti si rivolgono nel proprio dialogo interiore e che, molto spesso, ostacola realmente la possibilità di concedersi a questa esperienza. La rappresentazione che sembra fare da guida in queste situazioni, difatti, è quella di una figura silenziosa e dallo sguardo indiscreto, che sembra essere lì con noi più per esaminarci che per aiutarci, e dunque appare normale che nasca l’esigenza di prepararsi qualcosa da dire, un po’ come se fossimo sotto esame.
Più verosimilmente, tuttavia, quando si va dallo Psicologo non è necessario prepararsi un “canovaccio” da seguire, piuttosto cercare di comunicare nel modo più spontaneo possibile la propria esperienza interna e, più generalmente, la natura della propria richiesta di aiuto o difficoltà. Lo psicologo non desidera il prodotto finale delle nostre riflessioni quanto essere messo a parte di questo processo, parteciparvi, aiutarci fornendoci un punto di vista alternativo rispetto la nostra teoria del mondo, grazie al quale offrire conferme alle nostre idee oppure, perché no, modificarle.
“E se non avessi niente da dire?”, questa è la domanda che a questo punto qualcuno potrebbe farsi. Le risposte potrebbero essere due: la prima è che se abbiamo desiderio di andare da uno Psicologo è perché sentiamo che in quel preciso momento della nostra vita, anche se iniziato tempo prima, non sentiamo di funzionare come vorremmo; dunque avremo delle coordinate per questo “malfunzionamento” e allora il non avere niente da dire diventa, piuttosto, non sapere come dirlo, e già questo è qualcosa da dire allo Psicologo! Seconda poi, quando anche non si sapesse proprio cosa dire, si può scoprire la possibilità di stare in silenzio con qualcuno, senza sentire la pressione a dover riempire i vuoti della comunicazione. Lo Psicologo è lì per noi, per ascoltarci, nelle nostre parole e nei nostri silenzi, e di fronte ai nostri blocchi sa trovare il modo per ammorbidirli, renderli oggetto di riflessione congiunta con il paziente, aspettandolo nei tempi che gli permetteranno di capire cosa dire, e come dirlo.