MMPI-II e MMPI-II RF

MMPI-II e MMPI-II RF

L’MMPI-II, acronimo che sta per Minnesota Multiphasic Personality Inventory II, è uno dei Test più noti ed utilizzati in ambito Giuridico e Forense.

Nato dalla crisi della psicologia del secolo scorso, dovuta alla necessità di oggettivare i propri costrutti per farne una scienza “afferrabile” nelle teorie e negli strumenti, è venuto alla luce attraverso una prima versione prodotta nel 1937 dallo psicologo clinico Starke R. Hathaway e dal neuropsichiatra  J. Charnley McKinley, due importanti professionisti dell’Università del Minnesota.

In questa prima versione il Test si componeva di circa cinquecento affermazioni concernenti i più diffusi disturbi psicopatologici dell’epoca raggruppati in dieci sottoscale, allo scopo di produrre una misura verosimile della struttura di personalità del soggetto d’esame,  e che soprattutto non si mostrasse “influenzabile” come si supponeva accadesse nel Test di Rorschach.


L’MMPI-II è un test auto-report ovvero valuta la capacità della persona di considerare sé stessa e le proprie eventuali difficoltà


Attraverso diverse revisioni, l’ultima e la più felice delle quali ad opera di James N. Butcher, l’MMPI arrivò alla sua seconda versione, l’MMPI-II appunto, consistente in 567 items e tutt’ora importante strumento di riferimento in ambito clinico, psicodiagnostico, giuridico e peritale.

Come detto, l’attuale struttura del test consiste in 567 domande “vero-falso” alle quali viene chiesto al soggetto di rispondere nel modo più spontaneo possibile, di “pancia”, cercando di considerare il contesto valutativo non come un prova di abilità, bensì come un’occasione per mostrare genuinamente sé stesso; difatti, l’MMPI-II è uno strumento cosiddetto auto-report, poiché la persona ha la possibilità di scegliere come raccontarsi.

Le risposte prodotte andranno a definire punteggi in riferimento a 10 scale di base, 8 cliniche e 2 comportamentali, che verranno ritenute valide ai fini diagnostici e valutativi solo rispetto ai valori assunti dalle 3 scale di controllo; quest’ultime hanno l’obiettivo di mostrare la coerenza nelle risposte fornite dal soggetto e offrire una stima della capacità di fornire un’immagine attendibile di sé stesso e del proprio funzionamento.

Le Scale di Contenuto e le Scale Supplementari completano la minuziosità dell’indagine compiuta dall’MMPI-II, grazie all’approfondimento dei temi fondamentali delle 10 scale di base e i diversi aspetti della personalità.


L’MMPI-II RF nasce dall’esigenza di offrire una prova aggiornata e più snella nei tempi di somministrazione


 

Giovanissima è poi l’introduzione dell’ultima revisione del test, ovvero l’MMPI-II RF, consistente in 51 scale complessive aggiornate sia sotto il profilo psicometrico che psicopatologico. Tale numero, si distribuisce rispetto due distinti ordini di scale, di validità e sostanziali.

Le scale di validità, così come nell’MMPI-II, hanno lo scopo di garantire rispetto l’attendibilità e l’interpretabilità delle risposte fornite dall’esaminando, mentre le scale sostanziali sono orientate alla definizione di aspetti più strutturali e di funzionamento che contribuiscono a generare il profilo di personalità.

L’MMPI-II RF è stato introdotto per dare luogo ad un aggiornamento della prova ed al tempo stesso ad un intervento rispetto i tempi di somministrazione; la presenza difatti di “sole” 338 domande a risposta dicotomica “vero/falso” snellisce i tempi necessari al completamento della prova, la quale tuttavia essendo molto recente ancora non è andata a sostituirsi (tutt’al più va ad accompagnarsi) al più rodato predecessore.

 

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